I Patti Lateranensi e i rapporti Stato - Chiesa nel XX° secolo

Sala Sichirollo - Archivio di Stato di Rovigo e Associazione Matteotti

16 maggio 2019 - Conferenza Ore 17,30

Patti Lateranensi

 Evento promosso dall’Associazione Culturale Giacomo Matteotti in collaborazione con l’Archivio di Stato di Rovigo in occasione del 90° anniversario della firma dei Patti Lateranensi.

Relatore: Gennaro Acquaviva, già consigliere politico dell’allora Primo Ministro Bettino Craxi e più volte eletto senatore con il PSI. La formazione politica e sociale di Acquaviva inizia nelle file del movimento cattolico democratico, prima nelle Acli di Livio Labor e poi con la fondazione del Movimento politico dei lavoratori, un partito nato con l’obiettivo di aggregare l’area cattolica del dissenso verso la DC. Le elezioni del 1972 però non premiano l’iniziativa progressista e la maggior parte del Mpl - compresi Acquaviva e Labor - confluisce nel Partito Socialista Italiano. Nel 1984 Acquaviva è uno dei protagonisti della stipula del nuovo concordato fra Stato Italiano e Chiesa Cattolica. Attualmente è Presidente dell’Associazione Socialismo.

Acquaviva illustrerà le fasi che hanno portato alla stipula dei Patti Lateranensi tra il regime fascista e la Chiesa Cattolica. Tensioni e scontri veri e propri che iniziarono con i moti risorgimentali, la fuga di Pio IX, la fragile Repubblica Romana del 1849 retta dal triumvirato Mazzini, Saffi e Armellini e la successiva restaurazione papale grazie alle armi straniere di Napoleone III. Infine la Breccia di Porta Pia, quando nel 1870 i bersaglieri, guidati dal generale Raffaele Cadorna, sconfissero gli zuavi pontifici e conquistarono Roma che diventò capitale d’Italia, pose definitivamente fine al potere temporale dei papi. Per l’affronto subito - oltre alla scomunica a Casa Savoia - da quel momento sia Pio IX che i suoi successori, non uscirono più dai Palazzi Vaticani fino al fatidico 11 febbraio 1929.

 I Patti lateranensi, dal nome del Palazzo in San Giovanni in Laterano, furono sottoscritti dal cardinale Pietro Gasparri, segretario di Stato di Pio XI e dal capo del governo fascista Benito Mussolini e si dividevano in tre parti: il Trattato, che istituiva la Città del Vaticano; il Concordato che regolava i rapporti tra Stato e Chiesa e l’accordo finanziario che prevedeva un indennizzo di 750 milioni di lire a beneficio della Chiesa Cattolica.

 Acquaviva non parlerà solo della cosiddetta “Questione romana” ma si soffermerà anche sulla figura storica di Mussolini in bilico tra opportunismo e trasformismo. Prima di diventare “L’uomo della Provvidenza” il compagno Benito, nella sua giovanile militanza socialista rivoluzionaria, era noto per il suo feroce anticlericalismo. Esule in Svizzera, durante un contradditorio con un pastore protestante, osò sfidare Dio: “Se ci sei veramente, mi devi fulminare entro cinque minuti!”. Inoltre, nel 1910, pubblicò in francese un pamphlet dal titolo “Dieu n’existe pas” e successivamente, quando a Trento collaborava con il Popolo di Cesare Battisti, un romanzo d’appendice, molto pruriginoso: “L’amante del cardinale”…, fatto sparire da tutte le librerie del regno una volta diventato Duce. L’attivista Angelica Balabanoff, che conobbe bene il giovane Mussolini e che contribuì ad elevarlo culturalmente e politicamente, titolò la sua biografia sul duce: “Il traditore”.

Infine, ma non secondaria, sarà la testimonianza diretta di Acquaviva sulla revisione dei patti lateranensi con l’Accordo di Villa Madama del 1984, siglato per “regolare le condizioni della religione e della Chiesa in Italia”. Luigi Accattolli, nella prefazione del libro “La Chiesa galassia e l’ultimo Concordato” (Rusconi, Milano 1987) di Gennaro Acquaviva e Giuseppe De Rita, scrive: “L’ultimo Concordato, cioè l’ultimo possibile, è quello firmato da Craxi e Casaroli, in vigore dal 3 giugno 1985: dopo del quale dovrebbe aprirsi – la via delle intese, indicata nell’articolo 8 della Costituzione […] Acquaviva, come consigliere di Craxi, è stato uno dei responsabili del nuovo Concordato. Sa come è nato e perché non poté essere diverso. L’idea dell’ultimo Concordato è sua”.

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